UN NUOVO MONDO (terza parte)

Piccolo riassunto delle puntate precedenti. Finalmente è arrivato il fatidico giorno dell’incontro con L e N, arrivato a destinazione l’agitazione da parte mia è palpabile ma, grazie alla simpatia e alla cordialità dei miei interlocutori, in un attimo sembra di essere tra vecchi amici. Si preannuncia una splendida serata.

Vedere N che gusta il vino è un’esperienza mistica, sono lì, in catalessi, mentre quel nettare rosso passione lascia il bicchier per accarezzare quelle magnifiche labbra. N. mentre poggia il bicchiere si accorge che la sto fissando così, sorridendo, allunga la mano e, accarezzandomi il braccio, mi dice: - Ho qualcosa che non va per caso?- Il contatto delle sue mani ha provocato una scossa elettrica che è partita dalla punta dei miei capelli per arrivare fino ai piedi. Un tocco delicato ma caldo, pieno di passione. Nel mentre cerco di ridestarmi da questo stato di catalessi e mentre sto pensando all’immensa figuraccia che ho fatto L scoppia a ridere imitato immediatamente da N. Li guardo e inizio a ridere pure io. Ancora una volta sono riusciti a togliermi dall’imbarazzo.

Mi accorgo che stiamo finendo le nostre bevande così, dopo aver chiesto a L e N se gradissero ancora qualcosa, mi alzo per andare ad ordinare. Il tempo di andare al banco a chiedere due birre ed un calice di vino scoprirò più tardi che è stato sufficiente per dare alla serata un tocco piccante. Mentre torno al tavolo incrocio N che sta venendo verso di me, passandomi a fianco noto una strana luce nei suoi occhi e un sorriso birichino sulle sue labbra. Mi siedo al tavolo e il mio sguardo si ferma ad osservare lo splendido sedere ti N che si muove ondeggiano in maniera perfetta mentre lei scopare dietro la porta della toilette. Dopo qualche minuto N ricompare da dietro la porta e si avvia verso il nostro tavolo seguita a breve distanza dal cameriere che, penso io, si starà godendo lo spettacolare sedere di N che si muove davanti ai suoi occhi. Siamo nuovamente seduti tutti e tre assieme e non posso non notare lo sguardo del cameriere che, mentre ci serve, indugia insistentemente sulla scollatura di N. Lei se ne accorge immediatamente ma non si scompone minimamente anzi, si sporge un poco in avanti come volesse agevolare la visione al giovane ragazzo, come volesse offrirgli i suoi seni. Quando il cameriere se ne va N si volta verso di me e noto che dalla scollatura non si intravede più il reggiseno di pizzo ma si vede il colore della pelle e si intravedono i capezzoli che accarezzano la camicia. N è andata in bagno per togliersi il reggiseno, ecco il perché di quel suo sorriso malizioso poco prima quando ci siamo incrociati. Mentre brindiamo allunga una mano dietro di sé e, con un sorriso divertito, mi appoggia sulle gambe quello splendido pezzo di tessuto nero ornato di pizzo.

Accarezzo le coppe di seta appoggiate sulle mie gambe indugiando sui bordi in pizzo. Sono ancora piene del calore dei seni di N. Lei mi sta fissando, i suoi occhi sono immensi, profondi. Ma non fanno paura anzi, vien voglia di tuffarcisi dentro. Vien voglia di lasciarsi prendere, perdersi in quello sguardo. Il mio cervello sembra essere andato in pausa. Tutte le connessioni sembrano perse. La follia o forse la passione sembrano essersi impossessate di me. Avvicino il reggiseno al mio naso e respiro a pieni polmoni. Il piacere e l’eros entrano in me ed arrivano direttamente al cervello. Fisso N negli occhi. Lei, mentre da sopra la camicia con le dite si accarezza un capezzolo, mi chiede -Come sono?- La mia risposta è secca e decisa. -Li voglio!!-. La situazione è infuocata. Volto lo sguardo verso l’altro lato del tavolo e noto che anche L si sta toccando un’importante erezione da sopra i pantaloni. La situazione ci è palesemente sfuggita di mano e in un attimo di lucidità ce ne accorgiamo tutti e tre. Ci guardiamo attorno sperando che nessuno ci abbia osservato. Io appoggio nuovamente il reggiseno sul divanetto, L si toglie la mano dalla patta dei pantaloni e si ricompone sulla sedia e anche N sembra ricomporsi, si sistema la camicetta e con la mano si aggiusta i capelli. Per ritornale alla normalità propongo un brindisi, così, assieme leviamo i bicchieri facendoli tintinnare tra loro. La quiete sembra essere tornata al tavolo 69 così, finite le nostre bevande, ci vestiamo pronti per recarci al ristorante per la cena.

Ci alziamo e assieme a L ci avviamo verso la cassa per pagare il conto mentre N ci dice di attenderla fuori perché deve andare un attimo a sistemarsi. Io le porgo il reggiseno pensando voglia rimetterlo ma lei mi dice di tenerlo e, senza lasciarmi il tempo di fiatare, si avvia verso il bagno. Usciamo e mentre L mi dice che al ristorante ci recheremo a piede, dista solamente una quindicina di minuti, arriva anche N che, passandoci subito davanti, ci incita a seguirla. Impossibile rifiutare anche perché la vista da lì dietro è spettacolare. Sembra avere una gran fame perché procede con passo spedito e in un attimo ci distanzia di una decina di metri. Da dietro vedo che si infila una mano nella tasca della giacca e la estrae tenendo con indice e medio un pezzo di stoffa. Se ne accorge anche L, la chiama e lei si gira verso di noi con un sorriso a trentadue denti. Mentre ci avviciniamo capisco al volo cosa sta facendo roteare all’altezza del suo viso. È uno splendido perizoma nero di pizzo. Altro ché indossare il reggiseno, N si era tolta pure il pezzo sotto. Si prospetta una cena piccante, piccantissima.

[CONTINUA]